Il castagno


La storia

La storia del castagno si perde nella notte dei tempi e proprio per questo attorno ai castagneti ed alla castanicoltura sono nate numerose leggende e/o credenze popolari che ne fanno, secondo l’occorrenza l’albero delle streghe attorno al quale si tenevano i sabba o l’albero del pane, che con la sua ricchezza di frutti riusciva ad assicurare la sopravvivenza negli inverni rigidi.

Varie sono le teorie sulla presenza del castagno in Italia; quella che sembra avere più credito fa risalire l’esistenza dello stesso ad oltre 10.000 anni or sono ed è presumibile che sia stata l’ultima glaciazione a farlo scomparire per essere successivamente reintrodotto dall’uomo, importata dall’oriente, più precisamente dall’ Asia Minore.

Il Castagno appartiene alla famiglia delle Fagacee e comprende diverse specie: l’europea (castanea sativa), cinese e giapponese.

Il Castagno

Il Castagno europeo raggiunge dimensioni notevoli (da 10 a 30 metri) e può vivere e produrre per centinaia d’anni.

Predilige suoli leggeri a base silicea, poveri di calcare e con pH tendenzialmente acido o sub-acido.

Soffre il ristagno idrico e mal sopporta i terreni pesanti ed asfittici che lo predispongono al “Mal dell’inchiostro” (intacca i rami, porta ad un loro ingiallimento precoce delle foglie con conseguente caduta prematura). Ed al “Cancro della corteccia”: quest’ultimo può portare alla completa distruzione di un intero castagneto.

Il Castagno predilige zone climatiche comprese tra i 200 e i 700 metri s.l.m. anche se può sconfinare oltre fino anche ai 1000 m.s.l.m. in particolari condizioni di microclima favorevole.

In Italia il Castagneto da frutto lo troviamo in particolare nelle Prealpi (Piemonte e Lombardia) e sugli Appennini (Emilia-Romagna e Calabria).

In Valle Camonica è molto diffuso sul versante sinistro del fiume Oglio (Troviamo castagneti a partire dall’Alta Valcamonica fino ad Iseo) invece quasi totalmente assenti sul versante opposto.

La Castagna presenta un pericarpo di colore bruno-marrone, lucido che ricopre un seme bianco, farinoso e commestibile ad alto contenuto nutritivo e di amidi con un discreto valore calorico.

Per queste sue caratteristiche negli anni passati ha rappresentato una delle fonti principali per l’alimentazione di alcune zone del nostro paese soprattutto montane infatti la maggior parte delle castagne raccolte era trasformata in farina che costituiva la base per la nutrizione delle famiglie.

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